Arch. Benghi – Arch. Zoli
LUCCA – La Nuova Scuola di Parco Nottolini
L’adiacenza ad un parco ed un orto rubano ha indotto a sostanziare il progetto architettonico in forma ludica, estendendo il parco ma aprendo anche cortili interni al piano verde della copertura. E’ attraverso il gioco infatti che il bimbo entra in contatto con il mondo e con le cose. Libri tattili, sonaglini e scatole magiche, tanto per citarne alcuni.
Il benessere del bambino in fase evolutiva
La scuola materna e quella elementare rappresentano la prima casa fuori_ di_casa, la prima socialità fuori dall’ambito famigliare. Per arrivare quindi alla definizione di forme è stata fatta un’analisi di quelle che sono le prime esperienze architettoniche. La prima: la pancia materna. La superficie a disposizione e il corpo del nascituro crescono di pari passo. Con la nascita, il modo di essere nel mondo del bambino è pressoché identico: vive raggomitolato su se stesso, sempre vicinissimo alla madre che gli garantisce il nutrimento e il contatto. Nel tempo il sistema si ripete nella ricerca di un nascondiglio segreto sotto al tavolo o dietro le tende. Il presupposto è lo stesso: definire lo spazio con la propria presenza.
Il tetto verde
L’estensione del Parco ha in sé la potenzialità di riscoprire il contatto con la natura e trasformare l’esperienza in un percorso pedagogico.
La scelta di estendere il manto erboso e il parco, collegato all’esistente, permette un sistema di mobilità lenta, mano nella mano, per le famiglie che abitano nel quartiere o attraverso l’uso del “pedibus”. La stessa scelta progettuale potrebbe consentire l’uso della copertura come orto urbano, rivolto a sud. Gli orti già presenti nell’area sono perfettamente integrati nell’attività del quartiere ed estremamente curati, specie dagli anziani. Della vicinanza dei bambini e degli anziani e della reciproca capacità di scambio positivo tanta letteratura ne parla e si rimanda a quest’ultima.
Sostenibilità Energetica e Ambientale
Il complesso si presenta con una massa compatta e termica verso l’esterno ed un interno molto protetto. L’abbiamo chiamato, non a caso, effetto culla.
Il complesso scolastico si qualifica quindi come vero e proprio centro civico, nel senso più letterale: il cittadino, fin dalla prima età, fruisce e partecipa della vita comunitaria generando una polarità, un centro appunto.